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l Poggio del Picchio conserva la biodiversita' dei frutti dimenticati

Varietà autoctone, solitamente più resistenti rispetto alle cultivar più note e pertanto meno soggette a trattamenti chimici; un patrimonio nascosto di biodiversità, in un luogo dove crescono frutti dimenticati, bacche di ogni genere, ortaggi insoliti, trasformati in oltre 100 referenze con abbinamenti nuovi e creativi. Tutto questo è Il Poggio del Picchio, azienda a conduzione familiare sita a Aiello del Sabato (AV). Ce ne parla la titolare, Francesca Russo.


Francesca Russo, titolare dell'azienda famigliare Il Poggio del Picchio.

"L'Irpinia - ricorda Francesca - era un tempo un territorio ricco di biodiversità. Poi accadde che i contadini soppiantarono la maggior parte delle varietà presenti a favore di piantagioni di nocciole. Noi, al contrario, abbiamo estirpato i noccioleti e abbiamo messo a dimora frutta antica autoctona e in via di estinzione, tra cui: mele limoncelle che trasformiamo in succo e confetture, mele chianelle, mele bianche di Grottolella, mele zitelle, mele capo di ciuccio, mele annurche, mele cotogne, azzeruoli, corbezzoli, pere mastantuono, fichi di San Mango, fichi panella, fichi verdesca, giuggiole, nespole germaniche, prugne pappagone, prugne preta e prugne Santa Rosa".



"Trasformiamo quello che la natura ci offre - dice Francesca - senza forzarne i cicli e la stagionalità. Il progetto aziendale punta proprio alla coltivazione di alberi da frutta dimenticata per la salvaguardia della biodiversità e la tutela dei prodotti tipici del territorio irpino".


Il Poggio del Picchio, le giuggiole.

La storia
"Nel 2005 mio padre Sergio - racconta Francesca - acquistò un fondo di oltre 3 ettari di terreni coltivati prevalentemente a noccioleto con diversi alberi da frutto, tra cui un magnifico albero secolare di Pere Mastantuono che però un picchio verde aveva bucato. Per paura che la pianta potesse morire (in realtà abbiamo capito solo più tardi che il picchio si cibava di alcuni vermetti che avrebbero potuto far morire l'albero, per cui in realtà lo stava salvando) mio padre innestò 50 marze, nella speranza che qualcuna potesse attecchire. Non sappiamo se fu fortuna, o solo il destino, ma le marze attecchirono tutte, così dopo un anno raccogliemmo 50 pere, dopo tre anni 50 kg e dopo 5 anni quasi 500!".

Oggi la produzione vanta diverse varietà di frutti antichi e oltre 1500 alberi di mele che vengono trasformate dalla mamma Fiorenza, nel laboratorio artigianale adiacente l'azienda agricola, in confetture con ricette di famiglia tramandate.


Le confetture
Il Poggio del Picchio nasce nel 2010 con l'investimento in macchinari per l'azienda agricola e per la trasformazione, tra cui un impianto specializzato per la concentrazione in vuoto che cuoce a bassa temperatura senza caramellare gli zuccheri, lasciando inalterate le proprietà organolettiche della materia prima.

La frutta viene raccolta e trasformata in giornata, senza sostare nelle celle frigorifere per non alterarne le proprietà nutrizionali e organolettiche. E' artigianale il processo di lavorazione, in modo da ottenere confetture di altissima qualità, senza l'uso di alcun tipo di addensante, colorante antiossidante e conservante.

Le confetture, disponibili in formato da 220 gr, si ottengono per concentrazione grazie a un processo di lavorazione sottovuoto a bassa temperatura che consente di evitare l'ossidazione del prodotto, di conservare le caratteristiche della frutta e di aggiungere quantità minime di zucchero.



Frutti rari e abbinamenti insoliti
"La prima cosa che ci differenzia dai competitor - sottolinea Francesca - sono i frutti che utilizziamo: solo frutta di stagione e varietà di cui si sta perdendo anche la memoria sia per i bassi volumi produttivi sia per l'aspetto estetico poco accattivante, nonostante si tratti di frutti dai profumi e dal sapore unico!".

Il marchio si distingue anche per gli abbinamenti insoliti, così nascono le confetture di Pere Mastantuono con chiodi di garofano, la confettura di Prugne Santa Rosa con Zenzero e Pepe Rosa; Prugne Damaschine con Zenzero Centa e cardamomo, la confettura di Cipolle Ramate di Montoro con birra, Sesamo e Nocciole tostate.

Una vera prelibatezza la gelatina di mele annurche ai 5 pepi da abbinare a formaggi e a carni, la confettura di albicocche alla lavanda, quella di nespole germaniche con fave di cacao, o al cioccolato con scorzette di arancia candite. Ciascuna referenza è bilanciata in modo da far risaltare gli ingredienti utilizzati, senza che nessuno prevarichi sull'altro.



Tutti i prodotti vengono coltivati in modo sostenibile e certificati Campania Trasparente dall'istituto zooprofilattico di Portici (NA) che, dal 2015, effettua ogni anno una serie di analisi sulle materie prime, sui prodotti, sul terreno e le acque di irrigazione in punti diversi dell'azienda e i cui risultati sono visibili online attraverso il sito aziendale. Ed è per questo che sul vasetto c'è il QR Code Campania Trasparente che può essere letto da tutti gli smartphone dotati di app qrcode reader.



Premi e riconoscimenti
"I primi riconoscimenti arrivarono nel 2011, quando partecipammo per la prima e unica volta al TuttoFood di Milano. Presto ci siamo resi conto che era una fiera troppo grande per una realtà piccola come la nostra, quindi abbiamo deciso di spedire tre prodotti per partecipare al concorso 'miglior prodotto di nicchia'. In quell'occasione furono premiati tutti e tre: la Confettura extra di Cipolle Ramate di Montoro con Zucca e Rosmarino, la Confettura extra di Peperoncino piccante e Mele Annurche e la Gelatina di Mele Annurche ai fiori di Lavanda. L'anno scorso abbiamo vinto il premio come miglior prodotto innovativo al Finefood festival di Shangai perché siamo la prima azienda al mondo ad aver pensato di realizzare un Ketchup di arance".



Mercati
Negli ultimi anni, l'azienda ha avviato nuove produzioni di succhi di frutta, come quella di kiwi al tè Matcha, uva fragola nera, mele limoncelle, more e ribes e uva Piedirosso speziata. Tra le novità di prodotto in fase di sperimentazione diverse specialità di ketchup di frutta nei gusti di arance e cedro.

I principali clienti de Il Poggio del Picchio sono le gastronomie specializzate, i ristoranti gourmet, alberghi e B&B, alta pasticceria, gelaterie/yogurterie realmente artigianali e bar attenti ai prodotti genuini.

"Il nostro mercato di riferimento - conclude Francesca - al momento è quasi tutto in Italia, a esclusione di un bistrot a Bruxelles, situato proprio di fronte al Parlamento europeo e un ristorante alle Baleari il cui proprietario lo abbiamo conosciuto proprio in una fiera di settore a Roma. Preferiamo non avere agenti, perché abbiamo un prodotto strettamente legato alla stagionalità della materia prima, per cui le disponibilità sono estremamente variabili... al momento cerchiamo - attraverso il nostro sito aziendale - di trasmettere tutta la passione che mettiamo nella nostra attività. Sul sito promuoviamo i nostri prodotti che commercializziamo anche mediante e-commerce".

Contatti:
Azienda Agricola Il Poggio del Picchio

Contrada Salice n°11
83020 Aiello del Sabato (AV) Italy
Tel.: +39 0825 667238
Cell.: +39 327 8561237
Email: info@ilpoggiodelpicchio.com
Web: www.ilpoggiodelpicchio.com