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Lenta ripresa d'Europa: solo Italia e Grecia non hanno recuperato i livelli pre crisi

Il 2017 è stato un anno di espansione dell'economia mondiale, trainata oltre le attese dall'incremento della crescita sia delle economie avanzate sia di quelle emergenti, come Cina, India e Russia. La ripresa nell'area dell'Euro si è ulteriormente rafforzata: la crescita media è stata del 2,4%, superiore all'1,8% segnato nel 2016, maggiore quindi a quella di Stati Uniti (2,3%), Giappone (1,7%) e Regno Unito (1,8%), e solo lievemente inferiore a quella registrata mediamente nei Paesi europei non Euro (2,6%, anch'essa in aumento rispetto all'anno precedente, 2,3%).

Queste alcune delle considerazioni scaturite dalla diffusione delle anticipazioni del Rapporto Svimez 2018 sull'economia e la società del Mezzogiorno.



Lo scorso anno, il consolidamento della ripresa è avvenuto per merito della domanda estera, a fronte dell'andamento positivo del commercio internazionale, mentre quella interna ha lievemente rallentato. I segnali di rallentamento in Europa sono apparsi con evidenza nella prima metà del 2018, le prospettive di crescita sono incerte.

L'aumento dei dazi per alcune esportazioni verso gli Stati Uniti e una diffusa incertezza politica hanno ridotto le aspettative, che sono previste, nel recente aggiornamento (luglio 2018) del FMI per l'Area dell'Euro, in graduale rallentamento, al 2,2 % nel 2018 e all'1,9% nel 2019, con una revisione al ribasso rispetto alle precedenti.

Nel 2017, a differenza dell'anno precedente, tutti i Paesi hanno presentato un incremento positivo: la ripresa rimane robusta in Spagna (3,1%), che permane sugli alti livelli registrati nell'anno precedente (3,3%); consolidata in Germania, con un lieve aumento rispetto al 2016 (2,2% da 1,9%); in accelerazione in Francia (2,2% da 1,2%). Anche in Italia, sebbene a tassi più moderati (1,5%, rafforzando l'aumento registrato l'anno precedente, 0,9%). I divari di crescita all'interno dell'Area dell'Euro nel 2017 appaiano ridursi, ma rimangono ancora differenze nella competitività che si traducono in tempi diversi di recupero, ma solo in Italia, oltre che in Grecia, il prodotto non è ancora ritornato ai livelli pre crisi. Il lento recupero dell'economia italiana ci restituisce una forbice di sviluppo con l'Europa ancora ampia: dall'inizio della crisi il divario cumulato con l'Area dell'Euro è aumentato di oltre 12 punti percentuali, con l'Unione europea di oltre 14 punti.

Tale andamento ha radici sia congiunturali, dovute al ritardo con cui il Paese si è agganciato alla fase di espansione ciclica, sia strutturali che, come la SVIMEZ ha sottolineato negli anni, riguardano l'efficienza produttiva del Paese e sono legati sia ad alcune caratteristiche delle imprese, quali ad esempio la ridotta dimensione media, la specializzazione internazionale, la bassa spesa in R&S, sia al sistema di regole e comportamenti nei mercati, come la regolamentazione non sempre efficiente, l'amministrazione e gestione di servizi pubblici, sia infine alla dotazione di risorse infrastrutturali e di capitale umano.
Data di pubblicazione: