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Agricoltura trainante in Calabria

La crescita dell'economia meridionale nel triennio 2015-2017 ha solo parzialmente recuperato il patrimonio economico e anche sociale disperso dalla crisi nel Sud. La ripresa è trainata dagli investimenti privati e manca il contributo della spesa pubblica.

C'è forte disomogeneità tra le regioni del Mezzogiorno: nel 2017, Calabria, Sardegna e Campania registrano il più alto tasso di sviluppo. Più occupazione ma debole e precaria. L'ampliamento del disagio sociale, tra famiglie in povertà assoluta e lavoratori poveri. Si registra un nuovo dualismo demografico: meno giovani, meno Sud. La limitazione dei diritti di cittadinanza, il divario nei servizi pubblici.

Questi i principali contenuti delle Anticipazioni al Rapporto SVIMEZ 2018, presentato mercoledì primo agosto a Roma.

(Fonte: svimez.info)

Gli ultimi dati diffusi da Svimez convergono con altre autorevoli fonti e analisi economiche: al sud, e alla Calabria in particolare, assegnano all'agricoltura e all'agroalimentare (+7,9) un ruolo rilevante nel trainare la crescita. "Insomma il settore agricolo e gli agricoltori continuano a fare il loro dovere e se questo è il contesto che si afferma come una costante - commenta il presidente di Coldiretti Calabria - diventa essenziale e urgente attuare scelte e politiche di accompagnamento, rafforzamento e consolidamento perché gli agricoltori possono fare in Calabria ancora di più".

"In questo modo - continua - si può incidere sull'occupazione, ma anche sull'attrattività dei territori per la popolazione. Gli agricoltori dimostrano competenze avanzate, propensione all'innovazione, progettualità e una straordinaria capacità nello spendere bene le risorse pubbliche. Questo significa essere consapevoli e aver abbracciato un modello di sviluppo sostenibile e durevole, basato sulla valorizzazione della distintività, multifunzionalità, conquista di nuovi mercati che solo l'agricoltura dimostra di avere".

I problemi sul tappeto sono ancora molti ed è in questa prospettiva che Confagricoltura Calabria invita tutti a non crogiolarsi e a non ritenere questi dati positivi come un punto d'arrivo; per quanto ci riguarda essi rappresentano il possibile nuovo e incoraggiante inizio per un percorso di crescita che deve essere, se possibile, ancor più audace e determinato.

"Abbiamo davanti a noi un impegno di non poco conto e cioè portare a compimento il Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 con il rimanente 70% dei fondi da investire, dobbiamo contribuire a risolvere il problema di pagamenti fermi o in estremo ritardo a causa di problemi innanzitutto nazionali, c'è necessità di irrobustire e razionalizzare filiere, è urgente sostenere le aziende nell'accesso al credito ed immaginare un ampio e definitivo progetto di ristrutturazione finanziaria".

"Senza trascurare l'esigenza, strutturale, di favorire l'export agroalimentare e l'internazionalizzazione del sistema agricolo regionale - continua Confagricoltura - Aggredire questi temi, costruendo e condividendo soluzioni, sarebbe una vera e duratura svolta, quella spinta in avanti di cui c'è bisogno e che potrebbe anche portare ad aumenti a due cifre".