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Di Giambattista Pepi

Piu' tecnologia nelle serre: cosi' la cooperativa agricola San Tommaso di Licata si rilancia sui mercati

Un’iniezione di tecnologia per innovare il processo produttivo ed allungare il calendario dell’offerta di prodotti sul mercato.

Non accetta di stare in trincea la Società Cooperativa agricola San Tommaso di Licata (in provincia di Agrigento) e decide di difendere con le unghie e con i denti il "fortino" delle quote su un mercato che la concorrenza (anche sleale) e gli elevati costi di produzione, rendono sempre più imponderabile. Andare all’attacco per centrare l’obiettivo della crescita: ecco l'approccio controcorrente della San Tommaso.



"In tempi di crisi, paradossalmente, la migliore difesa, è l’attacco ed è proprio quando il barometro segna tempesta che bisogna dimostrare di saper condurre la nave in porti sicuri", chiosa Giuseppe Marrali, presidente e socio della Società San Tommaso di Licata, che sceglie le colonne di FreshPlaza per illustrare strategia e programmi aziendali.

"Nel business plan – spiega l’imprenditore - abbiamo programmato consistenti investimenti per dotarci di serre al top della tecnologia per complessivi dieci ettari nell’agro di Butera. Le nuove serre, molto più alte di quelle attuali, con tetti apribili, dunque molto innovative, ci consentiranno di produrre anche durante l’estate e di ampliare, pertanto, il calendario dell’offerta".



Innovare, dunque, per competere e superare indenni (o quasi) la crisi congiunturale. Si può riassumere così la nuova strategia produttiva e commerciale della società. "Dobbiamo pure reagire, non possiamo permetterci di subire senza battere ciglio il momento difficile che stiamo vivendo con il calo dei consumi alimentari, come confermano i dati resi noti dall’Istat proprio la settimana scorsa".

Se si eccettua per il pomodoro a grappolo (varietà Ikram) che ha registrato nelle quotazioni performance discrete, per tutte le altre produzioni in ambiente protetto (zucchino, peperone, melanzana) e per i carciofi (che si producono invece a pieno campo) è buio pesto. "Abbiamo recuperato i costi, per carità, ma il bilancio del primo ciclo colturale è assolutamente insoddisfacente".



Meno male che da metà aprile scatta la campagna del melone Cantalupo. E l’azienda, che non intende sbilanciarsi nel fare previsioni, si augura che quella del melone sia tutta un’altra storia rispetto a quelle delle altre orticole.



Alla coltivazione del melone l’azienda dedica complessivamente 200 ettari.
Il 70% del prodotto è rappresentato dalle varietà Mundial (questa percentuale, a sua volta, si suddivide nel 70% di Meloni Fiola a pasta gialla e nel 30% di Meloni Red Falcon, a pasta rosa), il restante 30% dalla varietà Proteo (a buccia gialla). "E’ innegabile che le aspettative ci sono e sono forti. Bisognerà vedere se il mercato saprà riconoscere il nostro impegno", dice Marrali.



La produzione che è in ritardo (a causa di condizioni meteo-climatiche non ideali, con una piovosità superiore alla media degli ultimi anni e ridotto irraggiamento solare) dovrebbe mantenersi in linea con quella della campagna 2009, con una resa per ettaro di 200-250 chili.



"Quanto ai prezzi - osserva l’imprenditore - essi sono in linea con quelli del 2009. Il prezzo medio dovrebbe attestarsi sopra un euro al chilo, franco produttore. Mentre già confezionato dovrebbe arrivare a 1,30-1,50 euro al chilo. Se questi prezzi trovassero conferma e durassero per l’intero periodo di commercializzazione, allora potremo recuperare una parte di ciò che abbiamo perso per strada con la commercializzazione delle precedenti colture".

La San Tommaso vende il melone sia con il brand Mundial (vedi precedente articolo), sia con il brand San Tommaso.



Fondata nel 1994, la Società cooperativa agricola San Tommaso annovera 4 soci e 10 imprese che conferiscono il prodotto.

La Superficie agraria utilizzata (SAU) ammonta complessivamente a 200 ettari: il 70% è rappresentato da serre e tunnel, il restante 30% da pieno campo. Il 90% della SAU si trova nell’agro di Butera, proprio dove è situato il nuovo stabilimento di condizionamento e confezionamento dei prodotti.



La San Tommaso, affiancata dalla Punto Verde srl, società di commercializzazione, il cui amministratore unico è Francesco Marino, produce mediamente ogni anno 27.000 tonnellate tra pomodori, peperoni, zucchini e meloni più due milioni di capolini di carciofo per un fatturato (alla produzione) di 8 milioni di euro che lievita del 15-20% dopo la lavorazione ed il condizionamento dei prodotti.

Il 95% del prodotto, tutto tracciato e garantito da una serie di certificazioni, tra cui GlobalGAP, finisce sugli scaffali della GDO (grande distribuzione organizzata) per l’80% (il restante 20% prende, invece, la strada degli ortomercati: Milano, Firenze, Verona, Torino). Appena il 5% va all’estero (soprattutto in Germania e Austria).



"Nei prossimi anni dovrà crescere l’esportazione, soprattutto verso i Paesi dell’Unione Europea. L’estero diventerà una sorta di valvola di sfogo. Se tutta l’offerta di ortofrutta italiana si concentra sul mercato domestico non ci sarà salvezza per nessuno", dice Marrali. "A questo scopo – aggiunge - siamo impegnati ad avviare rapporti con i rappresentanti e gli agenti che in Italia rappresenteranno sempre di più le società della grande distribuzione organizzata europea", rivela Marrali.

E mentre il gruppo societario San Tommaso si prepara a fare un ulteriore salto di qualità dando vita a nuovi investimenti per riprendere con slancio la via del mercato, nell’azienda comincia ad affacciarsi la seconda generazione: Vincenzo Marrali e Giuseppe Marino, laureandi rispettivamente in ingegneria agraria e in agricoltura biologica all’Università degli studi di Palermo. Due brillanti studenti che tra qualche anno affiancheranno i loro genitori sulla tolda del comando delle due società.
"Come genitori saremo molto lieti, quando verrà il momento, di cedere loro il testimone - conclude Marrali - Oggi le imprese che vogliono realmente competere sul mercato globale devono mettere in campo competenze, professionalità e know how, altrimenti è finita. Ben vengano, dunque, i giovani se portano in dote idee, valori e merito".

La Società Cooperativa Agricola San Tommaso in cifre:
Soci: 4
Imprese conferitrici: 10
Addetti: 35 (stagionali)
PLV: 27.000 ton di ortaggi e 2 milioni di capolini di carciofo
Fatturato (alla produzione): 8 milioni di euro
Mercati: Italia (95%) – Estero (5%)

Contatti:
Società Cooperativa agricola San Tommaso
Via G. Di Vittorio, 4
92027 Licata (Agrigento)
Tel/Fax: (+39) 0922 – 803051 / 35
E-mail: Santommaso2000@libero.it
Web: www.cooperativasantommaso.com 
Data di pubblicazione: