Era il 23 luglio 1973, quando su di un piccolo terreno - sulla via provinciale per Adelfia - sorse la prima serra di coltivazione di Pleurotus Ostreatus. Oggi
Fungo Puglia è una delle più importanti realtà italiane nella produzione e commercializzazione di funghi coltivati e può vantarsi di essere un'azienda attenta alla sostenibilità ambientale e al territorio in cui opera. Ha festeggiato il 45mo anno di attività, chiamando a raccolta dipendenti, famiglie, operai, impiegati in pensione, fornitori, rappresentanti e amici.
"In 45 anni, la Fungo Puglia è cresciuta grazie alla passione e all'impegno di tutte quelle persone che ci hanno lavorato e ci lavorano tuttora. Riforniamo la Grande distribuzione e produciamo tutti i giorni, in 50 stanze di coltivazione, milioni di Cardoncelli, Champignon, Pleurotus classici e funghi tropicali. In autunno vendiamo anche Porcini di bosco raccolti da squadre di abili ricercatori". Così dichiara il responsabile tecnico Gianvito Altieri.
Il fungo si attesta sempre di più come il principe della tavola, in Italia. Negli ultimi anni, il suo consumo sta crescendo, soprattutto se parliamo di fungo coltivato. "Oggi commercializziamo circa 30 tonnellate di prodotto a settimana - racconta Domenico Altieri, rappresentante legale della Fungo Puglia - L'iscrizione alla Camera di Commercio è avvenuta proprio 45 anni fa. Insieme a mio padre, mi occupavo della lavorazione delle banane e frequentavo già i mercati; capitava di guardarmi intorno e notare prodotti che noi non avevamo a Rutigliano (Bari), ma che apparivano interessanti".
"All'epoca, erano anni di forte crescita economica, in Italia; la frutta esotica, e in particolar modo le banane, divennero simbolo di benessere - racconta Domenico - Il vecchio magazzino in cui si lavorava l'uva per i mercati del Nord Italia divenne un moderno impianto di maturazione delle banane, le quali arrivavano a Napoli a bordo di immense navi che partivano dall'Africa centrale e che, una volta mature, venivano vendute sul mercato locale. L'uva rappresentava ancora il business più interessante, ma il prezzo dei trasporti incideva molto sul costo dell'uva stessa, a meno che non si ritornasse in Puglia con qualcosa da vendere a livello locale. Ma cosa?". Nacque così la Fungo Puglia, dalla voglia di trovare un'alternativa alla monocoltura dell'uva da tavola.
"Negli anni Settanta - continua Domenico - il Veneto era la zona in cui si produceva la maggiore quantità di funghi coltivati e il mercato di Verona era molto attivo per questo ortaggio. Iniziò perciò il commercio sia di Pleurotus Ostreatus sia di Prataiolo bianco. L'idea di coltivarli giunse solo dopo qualche anno e fu spinta dalla difficoltà dei trasporti durante la crisi petrolifera degli stessi anni Settanta".
Oggi Fungo Puglia è un'azienda certificata che collabora con l'Università di Bari e con l'Istituto agronomico di Valenzano; è, inoltre, in prima linea nei progetti di alternanza scuola-lavoro.
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