"L'utilizzo di piantine di alcune varietà, se da un lato ha fatto la differenza per l'elevata resa in campo, dall'altro si sta rivelando disastroso per eccesso di produzione. La referenza angurie registra da qualche anno un calo dei consumi, anche in conseguenza della vendita di prodotto proposto a scaffale tagliato a metà o porzionato fresco e pronto per il consumo". Così spiega a FreshPlaza Paolo Raudino responsabile approvvigionamenti e produzione presso la siciliana Colleroni, operante in provincia di Siracusa.
"L'aggravante, quest'anno - puntualizza Paolo - è che non possiamo nemmeno attribuire la responsabilità delle mancate vendite ai mercati esteri o ai prodotti che arrivano da altri Paesi, perché in questo periodo non c'è competizione da Egitto, Tunisia o Grecia. Credo sia di estrema importanza avvisare i produttori, cosa che abbiamo già fatto, sebbene con scarsi risultati, che in una situazione del genere bisogna ragionare solo in termini di rapporto/beneficio e di domanda/offerta. Quindi, paradossalmente, dimezzare le produzioni sarebbe ben più remunerativo che non raddoppiarle, per il produttore... e non soltanto per lui, vorrei sottolineare".
"Raccogliamo sotto serra angurie di ottima qualità e pezzatura dai primi di maggio, mentre dal 20 giugno, e fino ai primi di settembre, commercializziamo prodotto coltivato a pieno campo proveniente dagli areali vocati siciliani e pugliesi. In totale, lavoriamo circa 65mila quintali di prodotto, con una resa elevata (500-600 quintali per ettaro)".
Angurie primizie coltivate in serra e commercializzate dal mese di maggio
Purtroppo, l'estate ha tardato ad arrivare, quest'anno, a causa delle basse temperature e di giornate consecutive di pioggia a fine giugno che hanno creato una serie di problemi, aggravati da vendite poco remunerative e volumi difficilmente collocabili nei mercati.
"Abbiamo cercato realisticamente di individuare le cause della situazione poco soddisfacente - sottolinea Paolo - e siamo giunti alla conclusione che siano da attribuire non solo alla ormai nota crisi dei consumi. Siamo convinti che il problema principale, peraltro rilevato già nella campagna commerciale 2017, sia la sovrapproduzione: troppi ettari di anguria in produzione che non riusciamo a smaltire, con il risultato che i prezzi sono ai minimi storici quindi, tra 5 e 10 cent/kg al produttore".
"Sta andando meglio - conclude Paolo - con la campagna del melone gialletto Giorillo, sebbene anche con questa varietà siamo al limite della sovrapproduzione. Un frutto dal sapore e dalla conservabilità molto elevata che i mercati e soprattutto i consumatori francesi stanno cominciando ad apprezzare. Al momento, stiamo commercializzando prodotto coltivato nell'area vocata di Trapani (PA) con prezzi tra i 25-30 cent/kg. Prevedimo di arrivare con prodotto di elevata qualità fino a tutto settembre/primi di ottobre con i meloni coltivati nella piana di Catania".
Colleroni commercializza primizie di angurie e meloni gialletti coltivati in serra esclusivamente presso la Grande distribuzione del Nord Italia. Il prodotto raccolto a pieno campo, invece, disponibile in questo periodo, viene commercializzato per il 70% nella Gdo siciliana e per il 30% nel canale grossisti e mercati.
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