Con 93 Gruppi Operativi di Innovazione (GOI), l'Emilia Romagna è al primo posto fra le regioni d'Europa ad avere finanziato le idee e i progetti innovativi anche grazie all'assessore regionale Simona Caselli che in più occasioni ha evitato che questi fondi del PSR fossero dirottati verso altri scopi, pur importanti.
E non è finita: a ottobre e a marzo ci saranno nuovi bandi che coinvolgeranno ancora una volta l'ortofrutta. Se ne è parlato ieri 17 luglio 2018 a Cesena, durante un convegno organizzato da
Artemis con il patrocinio di
Confcooperative di Forlì-Cesena.
Patrizia Alberti
Relatrice principale Patrizia Alberti, del Servizio ricerca, innovazione e promozione del sistema agro-alimentare dell'Emilia Romagna. "La Regione - ha esordito - ha investito 50 milioni di euro nell'innovazione tramite i GOI. E' quella che, in Italia, ci ha creduto di più, seguita da Puglia con 33 e Umbria con 32 milioni. Nessuna zona d'Europa ha investito così tanto. I contributi per l'innovazione vanno dal 70 a oltre il 90% dell'investimento".
Un GOI deve nascere "dal basso". Diversi attori della filiera, come aziende agricole, ricercatori e tecnici, si mettono insieme e stilano un progetto che porti un miglioramento, un'innovazione per tutto il comparto. E se la Regione riconosce l'innovazione nel progetto, finanzia da un 70 al 99% dell'investimento. Questi gli ambiti finanziabili: la sostenibilità delle pratiche agricole con particolare attenzione all'agricoltura intelligente per il clima; il supporto alle catene alimentari; il potenziamento della competitività dei prodotti regionali di qualità; la conservazione del suolo e le pratiche di risparmio idrico. L'ortofrutta nelle sue varie declinazioni finora ha riguardato quasi un terzo delle richieste.
Da sinistra Antonella Casella, Leonora Battistini, Patrizia Alberti
"Le imprese devono sapere - ha precisato Leonora Battistini, direttore di Artemis - che gli investimenti vanno anticipati e poi, nel giro di pochi mesi, vengono rimborsati dalla Regione a seconda dell'entità del finanziamento".
"Una fase da approcciare nelle dovute maniere - ha illustrato l'esperta Antonella Casella - è la creazione del gruppo di lavoro e il confronto. In un GOI ogni membro porta le proprie conoscenze ma senza esclusione, bensì con inclusione. Dalla discussione deve nascere la capacità di sintesi che porta, passo dopo passo, all'obiettivo prefissato. O a nuovi obiettivi che sono confrontandosi possono emergere".
Fra i tanti GOI approvati, ne sono stati illustrati alcuni anche relativi al settore ortofrutticolo. Uno, sviluppatosi fra Reggio, Modena e Bologna, ha come scopo quello di studiare e migliorare il germoplasma del castagno per un totale di 173mila euro. Nel dettaglio il progetto prevede: impostare uno studio collettivo condiviso dai ricercatori e dai produttori castanicoli per conoscere la variabilità genetica del germoplasma di castagno.
E ancora: studiare il suolo e la sua biodiversità; prelevare dai campi collezione disponibili in Emilia Romagna, le varietà autoctone regionali presenti e innestarle presso le due aziende agricole partner effettive; impostare, definire e condividere "linee guida volte allo studio, alla preservazione e alla valorizzazione della biodiversità del Castagno" applicando tecniche di studio del germoplasma anche in connessione con diverse situazioni pedoclimatiche.
Contatti
Artemis
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