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Investimenti per la Tristeza: al via il bando in Sicilia

Con toni quasi trionfalistici l'assessore per l'Agricoltura Edy Bandiera, annuncia come "senza sosta prosegue l'attuazione del PSR con l'obiettivo di recuperare il tempo perduto a inizio programmazione, dando priorità alle misure che rivestono interesse strategico e carattere d'urgenza per l'agricoltura siciliana, come gli agrumeti danneggiati dal dilagante virus della Tristeza".


Edy Bandiera

Nella nota dell'Assessorato si legge: "E' stato pubblicato sul sito del Dipartimento Agricoltura il bando della sottomisura 5.2 del PSR Sicilia 2014-2020, relativa al sostegno a investimenti per il ripristino dei terreni agricoli e del potenziale produttivo danneggiati da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici".

"Il bando, molto atteso - riporta ancora il comunicato stampa - ha per obiettivo il sostegno degli investimenti per il ripristino, in tutta la Regione, degli agrumeti danneggiati dal virus della Tristeza e dei fruttiferi affetti dal Colpo di fuoco batterico e dal virus Sharka; il bando prevede finanziamenti anche per le avversità abiotiche".

"Complessivamente le risorse stanziate sono pari a 7,5 milioni di euro, di cui 7 destinati alle avversità di natura biotica e mezzo milione per quelle abiotiche - si legge ancora - Il contributo è pari al 100% a fondo perduto delle spese sostenute".

Termini per la presentazione delle domande
Le domande per la partecipazione al bando potranno essere caricate sul portale SIAN di Agea dal 10 agosto 2018 al 10 gennaio 2019, sia per consentire che possano essere effettuati i prelievi dei campioni di periodi in cui il virus della Tristeza degli agrumi è attivo, ma anche per consentire che possano essere effettuate tutte le analisi.

Federica Argentati

Abbiamo chiesto un commento qualificato a un'esperta del settore agrumicolo. Si tratta di Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, la quale ha detto: "Certamente la pubblicazione del bando della sottomisura 5.2 è un segnale importante per l'agrumicoltura siciliana. Tuttavia, credo che anche l'assessorato sappia bene che, purtroppo, le somme messe a disposizione potranno fronteggiare solo una parte del problema. La lentezza con cui il problema è stato affrontato negli anni, ha assunto dimensioni, soprattutto in alcune zone, davvero preoccupanti. Adesso auspichiamo che le imprese possano accedere quanto più agevolmente possibile alla misura e che le istruttorie delle domande di aiuto possano essere veloci, in modo da ottenere in tempi rapidi il sostegno necessario ad affrontare la malattia degli agrumeti".

"Certamente, a fare la differenza sarà la possibilità di accedere agevolmente ad anticipi sulla spesa - ha proseguito Argentati - che davvero possano alleviare gli oneri per gli imprenditori agricoli. Detto ciò, suggeriamo al governo regionale di trovare altre risorse a supporto dell'agrumicoltura colpita da Citrus Tristeza Virus (CTV) e da altre fitopatie, ma soprattutto lo invitiamo a considerare la complessiva situazione dell'agrumicoltura siciliana sollecitando a livello nazionale quel Piano di Settore che da troppi anni il comparto chiede e attende invano. Il Piano di settore potrebbe davvero contribuire a dare una strategia complessiva all'intero comparto italiano che, per poter vincere sui mercati, ha bisogno di idee chiare, strategie condivise e soprattutto una programmazione lungimirante ed attenta alle esigenze dell'intera filiera".

La questione irrisolta del BIO
Non è certo colpa dell'assessore Bandiera, ma i problemi in agrumicoltura sono tanti e interessano purtroppo esclusivamente la politica e la burocrazia.
"E' dai tempi del bando sul BIO del 2015 - ci ha riferito Francesco Ancona, componente CDA del Distretto Agrumi, responsabile settore BIO - che gli agricoltori non hanno ricevuto nulla. Le responsabilità sono incerte sebbene divisibili tra l'Assessorato alla regionale all'agricoltura e l'Agea, complice il sistema informatico sul quale vengono inserite le pratiche, che crea continue anomalie. Chi ne paga le conseguenze sono i coltivatori di agrumi in regime bio, perché i fondi rischiano adesso di tornare indietro, a Bruxelles, senza che l'agricoltura siciliana ne abbia tratto beneficio".