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Nello Alba (Oranfrizer): 'Non tutte le filiere sono sporche'

Piu' legalita' per le arance di Sicilia

Oranfrizer, in Sicilia, dice stop al caporalato, al lavoro nero, all'evasione contributiva, ai fenomeni degenerativi del comparto ortofrutticolo ponendo la firma sul primo "Protocollo per l'Eticità e la Legalità del Lavoro nel Territorio", sottoscritto con FLAI-CGIL e FAI-CISL insieme a un'altra azienda del settore agrumicolo siciliano, la COA Srl (cfr. precedente notizia).

Segue la nota di Nello Alba (in foto), amministratore unico della realtà produttiva che ad oggi occupa 420 dipendenti e che, in coerenza con la Legge n.199 del 29 ottobre 2016, sottolinea come la qualità del lavoro costituisca un punto di forza di Oranfrizer e spiega quanto invece l'illegalità danneggi il comparto ortofrutticolo.

Il protocollo firmato il 27 giugno prevede l'integrale applicazione delle leggi, dei contratti, degli standard di sicurezza in materia di lavoro e pone in essere l'intento di richiedere anche ai fornitori di Oranfrizer, all'atto di stipula dei contratti, le documentazioni aziendali che attestino la regolarità contributiva e il rispetto della contrattazione collettiva.

"Il nostro obiettivo – spiega Nello Alba - è contagiare legalmente il comparto agrumicolo siciliano, costantemente danneggiato da frequenti episodi di abusi spesso alla ribalta della cronaca. Non tutte le filiere sono sporche. Abbiamo piantato le nostre radici in Sicilia e riteniamo di poter intervenire sulla nostra filiera rispettando già la Legge n.199 del 2016. Costituisce un'emergenza contrastare chi vuole crescere speculando sui diritti dei lavoratori. Saremo vittima di una concorrenza sleale impossibile da contrastare se continuano a trovare spazio sul mercato coloro che operano l'intermediazione illecita di manodopera negli agrumeti o che si ostinano a non versare i contributi. L'illegalità ci danneggia, ci frena, ci limita".

"Vogliamo propagare etica e legalità nel nostro settore - prosegue Nello Alba - e contiamo anche sull'intervento dello Stato affinché possa impedire la commercializzazione di tutti i frutti raccolti e prodotti illegalmente, perché questi frutti risultano più convenienti dei nostri. Non è semplice stare in un mercato in cui l'illegalità incide sul prezzo. I frutti dell'abuso trovano accesso facile e immediato ai mercati, perché hanno prezzi bassi. A tagliare il loro prezzo è l'evasione, il lavoro nero e tutti i reati diffusi nel nostro comparto ortofrutticolo che vanno estirpati senza esitare, con determinazione, perché sporcano a macchia d'olio i mercati e limitano la crescita di chi rispetta le leggi e i dipendenti".
Data di pubblicazione: