Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Contro la fusariosi delle baby leaf in serra alcuni consigli pratici

Con l'aumento delle temperature, nelle serre coltivate a Lattuga da IV gamma si fa sempre più pressante il problema del Fusarium. "La fusariosi della lattuga - commenta l'esperto Marco Bastoni - ha fatto le prime comparse a inizio degli anni Duemila ed è diventata, nel giro di pochi anni, un grosso problema per i produttori di IV gamma. La patologia si manifesta - in condizioni climatiche con temperature comprese tra i 24 e i 28 gradi - con appassimenti asimmetrici delle foglie della pianta che, alla sezione della radice, presentano i vasi linfatici imbruniti".



La lotta deve convergere sulla prevenzione
. Una pratica fondamentale è quella di utilizzare materiale di propagazione sano, in combinazione alla messa in opera di buone pratiche colturali, come la rotazione, la disinfezione delle attrezzature, l'utilizzo di funghi antagonisti, sovesci di brassiche, solarizzazione o sterilizzazione con il vapore (un terreno sottoposto a temperature di 55/60°C per un periodo di almeno 30 gg, abbatte la densità di inoculo del 80/90%). Il metodo di difesa maggiormente efficace risulta oggi il ricorso a varietà resistenti.



Il danno sulla produzione può essere limitato alle zone dove maggiore è la pressione del patogeno ("le testate" delle serre o le zone dove ci sono ristagni idrici) o diffondersi in tutta la serra, fino a compromettere totalmente la coltivazione. Il prodotto colpito presenta una disformità accentuata nelle dimensioni delle foglie, con ingiallimenti e avvizzimenti che possono comprometterne la conservabilità in busta.



La diffusione è legata all'utilizzo di sementi e piante infette ed è favorita all'azione di "trasporto" operata dai macchinari e attrezzature con il passaggio da luoghi infetti a terreni dove non c'è presenza del patogeno.

Bastoni continua dicendo che "l'utilizzo continuativo di prodotti per la sterilizzazione dei suoli ha creato, nel corso degli anni, quel "vuoto biologico" a livello del terreno che ne ha sicuramente amplificato la diffusione. Il patogeno è in grado di sopravvivere nel terreno per un periodo abbastanza lungo (da 3 a 5 anni), anche in assenza di coltura".

I danni in ambiente protetto risultano, infine, accentuati dalle rotazioni molto strette che vengono spesso attuate, con cicli ripetuti di lattuga sullo stesso terreno (5/6 semine consecutive per anno).

I sistemi di controllo sono pochi e ad oggi non esistono prodotti chimici in grado di debellare la problematica ed assicurare il raccolto.

"ISI Sementi - interviene Raffaele Vecchio, Product Manager Area Tirrenica - da anni lavora alla selezione di varietà dotate di resistenza a fusariosi, con elevate prestazioni agronomiche, in grado di garantire rese elevate in termini di sanità e qualità".

Contatti:
Marco Bastoni: Product Manager Area Nord
Tel.: (+39)335.5697423
E-mail: m.bastoni@isisementi.com

Raffaele Vecchio: Product Manager Area Tirrenica
Tel.: (+39)335.5697424
E-mail: raffaele_vecchio@fastwebnet.it