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L'opinione di un operatore che lavora 13mila tonnellate l'anno

Pere: annata 2017/18 difficile ma non tragica

Un'annata con più luci che ombre per le pere nel 2017/18. Prezzi altalenanti, dove si sono distinti coloro che sono riusciti ad avere prodotto di buon calibro e tenuta anche fuori cella. Perché in cella, e sono arrivate segnalazioni da più parti d'Italia, si sono avuti problemi di gestione della conservazione. Stoccare ottimamente le pere ormai è diventata una cosa da professionisti: se non si è precisi al massimo, si rischia di immettere sul mercato un prodotto legnoso oppure non ben conservato.



Ma torniamo al mercato. Savino Tiraboschi produce e commercializza 13mila tonnellate di prodotto l'anno, in provincia di Ferrara. "L'annata scorsa è stata come essere sull'ottovolante, almeno per quanto ci riguarda. Prezzi altalenanti, con la sola certezza che l'alta qualità riesce a distinguersi. Le quotazioni, in media, sono state basse, ma chi ha avuto le quantità è riuscito a fare Plv".

Quando si lavora sui grandi numeri, le alternative non sono molte. Tiraboschi è certo di una cosa: "Solo se si è professionisti si può fare questo lavoro. Nessun operatore della filiera oggi può improvvisarsi. O sei un professionista, oppure sei fuori. Occorre avere dei contatti consolidati. I mercati all'ingrosso non sono più la valvola di sfogo che erano una volta. I clienti sono sempre gli stessi, oppure diminuiscono perché non c'è ricambio generazionale".



Riguardo all'attuale situazione del mercato, con il prodotto d'oltremare, può essere definita anche peggiore rispetto ai mesi scorsi in quanto gli importatori hanno molto prodotto e il mercato non decolla.

"Per quanto concerne la produzione italiana dei prossimi mesi - conclude - noi stiamo passando nei nostri impianti a diradare per ottenere frutti di grossa pezzatura. E' l'unico modo per fare qualità e per riuscire a spuntare quei centesimi in più che ci permettono di fare reddito".