Cinque anni fa, le esportazioni di ciliegie dell'Uzbekistan non superavano le 5.000 ton all'anno; tuttavia, nella stagione 2016/17 il volume delle esportazioni è aumentato drasticamente e questo potrebbe essere considerato un enorme traguardo.
Il sito web Azernews.az ha citato i rappresentati di EastFruit: "L'Uzbekistan vende ancora il 99,5% dei suoi prodotti a Russia e Kazakistan, cosa che rappresenta un problema in termini di possibilità di sviluppo per questa linea commerciale. Dopotutto, i prodotti uzbechi difficilmente vengono richiesti in grande quantità in altri luoghi. Pertanto, tutti i tentativi di diversificare le esportazioni restano relativamente infruttuosi".
Sesto nella classifica mondiale degli esportatori di albicocche
Nel 2017, l'Uzbekistan è diventato il sesto più grande esportatore mondiale di albicocche, poiché ha più che dimezzato i suoi volumi di esportazione, da 50.000 a 23.000 tonnellate. In questo modo, il Paese seguiva Spagna, Turchia, Francia, Italia e Grecia nella classifica globale. Vale la pena ricordare che l'Uzbekistan occupava il secondo posto nel 2016, dietro solo alla Spagna.
Nel 2017, l'Uzbekistan è diventato il sesto più grande esportatore mondiale di albicocche, poiché ha più che dimezzato i suoi volumi di esportazione, da 50.000 a 23.000 tonnellate. In questo modo, il Paese seguiva Spagna, Turchia, Francia, Italia e Grecia nella classifica globale. Vale la pena ricordare che l'Uzbekistan occupava il secondo posto nel 2016, dietro solo alla Spagna.
La Russia assorbe la maggior parte delle esportazioni di albicocche dell'Uzbekistan, nonostante il fatto che le statistiche ufficiali mostrino esportazioni piuttosto elevate in Kazakistan. I commercianti ritengono che il Kazakistan e il Kirghizistan riescano a riesportare i frutti dell'Uzbekistan sul mercato russo.
Secondo fruit-inform.com, gli analisti di EastFruit ritengono che l'Uzbekistan possa sviluppare con successo l'esportazione di drupacee, poiché le sue condizioni climatiche consentono di iniziare la raccolta in anticipo rispetto ad altre nazioni dell'emisfero settentrionale. Pertanto, gli esportatori possono contare su prezzi elevati per le primizie. Tuttavia, sono necessari investimenti sulla qualità della produzione, un prolungamento della stagione e, ovviamente, la commercializzazione.