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Il parere di Francesco Perri

Situazione clementine: il clima cambia, il mondo cambia, l'agrumicoltura deve attrezzarsi

Nelle ultime ore, fonti di Coldiretti Calabria denunciano una situazione di difficoltà per il settore dell'agrumicoltura, in particolare per quello della produzione di clementine, determinata da condizioni climatiche insolite, connotate da persistente caldo umido. Tra i danni segnalati, anche la cresciuta presenza di marciumi, con rischio di respingimenti della merce da parte degli acquirenti.

Per comprendere la situazione, abbiamo interpellato il citrus specialist Francesco Perri, dottore agronomo che da decenni presta la propria opera professionale di consulenza presso diverse aziende del settore.

Perri conferma che il clementine, nelle condizioni climatiche di quest'anno, è diventato un agrume con una conservabilità molto ridotta: "Nella fase della raccolta, possono crearsi delle piccole lesioni sui frutti, che possono poi favorire la proliferazione di marciumi. Del resto, il rapporto tra tasso di umidità e temperatura che sta persistendo sin dall'avvio della campagna ha giocato sicuramente a sfavore. Sono quasi le stesse condizioni caldo-umide che si producevano sperimentalmente all'Università per studiare lo sviluppo dei funghi!".

Rispetto a tale situazione inedita, bisogna correre ai ripari. I suggerimenti di Francesco Perri sono molto chiari: "Non sappiamo come evolverà il clima, pertanto bisogna che ci attrezziamo con le adeguate tecnologie post-raccolta. Va implementata, ad esempio, una catena del freddo professionale. Non appena gli agrumi arrivano dal campo allo stabilimento, vanno subito collocati in cella frigo per stabilizzarne la temperatura interna. L'unica, insomma, è cominciare a trattare le clementine come se fossero quasi delle fragole! Coloro che si sono organizzati in questa direzione hanno ridotto moltissimo, quest'anno, le contestazioni sul prodotto fornito al mercato".

Oltre al raffreddamento della merce raccolta in campo, può risultare utile anche la sanificazione in cella mediante ozono, sostanza che non lascia residui di sorta. L'esperto porta come paradigma il caso spagnolo, dove questi problemi sono stati affrontati già da diversi anni, facendo buon uso delle tecnologie attualmente disponibili. Tecnologie che hanno portato non soltanto alla minimizzazione delle contestazioni, ma perfino alla creazione di nuove categorie merceologiche. "E' l'esempio di alcune primarie compagnie spagnole che riescono a ottenere ben 7 categorie merceologiche da una singola varietà, a dimostrazione di quello che si può raggiungere grazie alle tecniche di selezione ottica della frutta".

Alcune imprese californiane si sono organizzate concentrando la raccolta nel momento ottimale di maturazione, stoccando il prodotto in celle di ampia capacità, in modo da proteggerlo da eventi meteo sfavorevoli e venderlo sul mercato al momento più opportuno.

Per quanto riguarda la produzione calabrese di clementine, Francesco Perri rassicura sul fatto che i volumi non mancano e che, anzi, la produzione è abbondante, soprattutto nella piana di Sibari.

Quel che appare un po' in ritardo è la colorazione, potendo il frutto virare all'arancione solo in presenza di importanti escursioni termiche (differenze di temperatura tra il giorno e la notte) che stimolino la produzione di caroteni e antociani. "Maggiore è l'escursione termica, maggiore sarà la colorazione di buccia e polpa. Nel clementine non esiste il problema della pigmentazione della polpa, quindi le ripercussioni di un clima anomalo come quello in atto sono più che altro estetiche. In realtà, i frutti sono già giunti a maturazione nel mese di ottobre. Chiaramente, però, anche l'occhio vuole la sua parte e i requisiti fissati dalla grande distribuzione richiedono un clementine arancione".

Un altro fenomeno collegato, che l'esperto ci indica, è quello della sovrapposizione tra Clementine precoce - che a ottobre è rimasto in parte sulle piante, proprio perché era ancora verde - e le produzioni meno precoci: "Tale sovrapposizione complica ulteriormente la situazione".

In ogni caso, secondo l'esperto, quello che non serve, in questa fase, è lamentarsi senza pensare a delle soluzioni: "Meglio sarebbe provare a intercettare finanziamenti agevolati per aiutare le imprese a sostenere investimenti in tecnologie, che possano contribuire ad affrontare al meglio le prossime campagne".

Contatti:
Dott. agronomo Francesco Perri
Cell.: (+39) 338 4164800
Email: f.scoperri@libero.it