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CoopNoSpreco: i numeri sulla situazione dei prodotti alimentari e sul riuso

Nel 2017, le cooperative hanno donato oltre 33 milioni di euro in prodotti alimentari, pari a oltre 7.000 tonnellate di cibo e a più di 8 milioni di pasti equivalenti, a 930 associazioni di volontariato.

CoopNoSpreco è una piattaforma online, web community e app in piena funzione. Nulla si butta, e tutto si riusa. Nel 2017, il progetto Buon Fine ha coinvolto 647 punti vendita distribuiti sul territorio nazionale, corrispondenti al 75% della rete di vendita delle Cooperative.

Questo un primo sommario bilancio del convegno organizzato a Roma il 5 novembre 2018, nei saloni del museo di arte contemporanea e moderna di Palazzo Merulana, dall'Associazione Cooperative di Consumo del Distretto Tirrenico e dalla sua associata Unicoop Tirreno.

Riutilizzo e riciclo riguardano anche le materie plastiche adoperate nel settore, come rimarcato da Massimo Pelosi, dell'Associazione Cooperative di Consumatori del Distretto Tirrenico Coop, Relazioni istituzionali e territoriali Lazio Legacoop Lazio, nonché Membro di Presidenza e coordinatore distretto Lazio Nord: "Di recente, Coop ha aderito alla Campagna lanciata dalla Commissione Europea per ridurre l'uso della plastica in tutti i prodotti a marchio. Nel complesso le azioni sui prodotti permetteranno a Coop di raggiungere nel 2025 un risparmio totale di plastica vergine di 6.400 tonnellate annue, corrispondenti al volume di circa 60 Tir pari a una fila di un chilometro di Tir in autostrada. Nel mirino di questa azione le vaschette per ortofrutta, le bottiglie di acqua minerale, i flaconi dei detergenti per casa e tessuti, ma anche le cassette riutilizzabili che servono a movimentare l'ortofrutta, la carne e il pesce".

Per l'incontro romano sono state coinvolte le figure e gli enti più disparati, interessati alla soluzione del problema, istituzioni, imprese cooperative, imprese innovative, onlus, per discutere di lotta allo spreco alimentare ed economia del riuso.

L'introduzione dei lavori è stata curata da Massimo Pelosi, preceduto dai saluti di Placido Putzolu, presidente Legacoop Lazio, Fabio Mestici, responsabile Generazioni Legacoop Lazio, Patrizio Zucca, presidente ordine agronomi e forestali Provincia di Roma, Emiliano Monteverde, assessore Politiche sociali del I Municipio di Roma.

"Abbiamo bisogno di sviluppare la buona cooperazione, quella vera, quella dei fatti, quella che soddisfa i bisogni delle persone legati al lavoro o al potere d'acquisto - ha rimarcato Massimo Pelosi - A Roma è ancora aperta la ferita inferta alla cooperazione dai delinquenti di mafia capitale che hanno rischiato di screditare il lavoro onesto di migliaia di persone. Solo attraverso le buone pratiche cooperative potremo vincere questa battaglia e Unicoop Tirreno e CoopCulture hanno gli strumenti per poterlo fare".

"Nulla si butta ma tutto si riusa. Sono stato un po' troppo fiducioso nel credere che proprio tutto si riusa? - ha detto Pelosi - Non credo, perché in natura nulla va sprecato e l'umanità, il pianeta devono raccogliere questa sfida. La lotta allo spreco alimentare costituisce un elemento fondamentale delle concrete azioni che coop mette in atto, da molti anni oramai in tutta Italia, proprio nell'ottica del riutilizzo di quei prodotti che per un supermercato potrebbero essere degli scarti. Quindi per noi già oggi quasi tutto si riusa, ma non è ancora abbastanza. La missione di Coop e delle cooperative di consumo è fatta anche di questo, di rispetto dell'ambiente e delle sue risorse".

Poi un quadro sulla situazione del riciclo in Italia, con uno status che ben pochi immaginerebbero: "L'Italia, come molto spesso accade, ma gli italiani spesso non lo sanno, in questo campo insegna all'Europa - ha raccontato Pelosi - Infatti nel nostro Paese generiamo 3,34 euro di Pil per ogni chilo di risorse recuperate, e ricicliamo il 76,9% di materie industriali contro il 36,2% della media europea. La circolarità permette la creazione di un sistema di recupero e rigenerazione attraverso la gestione intelligente del ciclo dei rifiuti e dell'inquinamento. Permette la costruzione di un ciclo che rigenera sistemi naturali, che crea più valore per l'attività economica e per i Paesi e la creazione di più opportunità di lavoro resistenti alle crisi".

La dottoressa Elena Battaglini, ricercatrice della fondazione Di Vittorio, è stata molto chiara nel fare una sintesi sulla situazione: "Le innovazioni sociali si generano ed implementano negli interstizi dove lo Stato non arriva più e il Mercato non è ancora arrivato. E soprattutto laddove si intercettano domande e bisogni sociali che la crisi economica e ambientale genera e che le macro-istituzioni stentano a rappresentare". "E' spesso in contesti problematici che si attivano collaborazioni di tipo 'generativo' - ha detto la Battaglini - Esse inducono allo scambio, all'apertura verso la complessità, attivando in tutti i partecipanti la possibilità di uscire da rigidità e da strategie regolative ormai obsolete".

Francesco Russo e Massimo Favilli per la Coop hanno fornito un quadro netto delle iniziative messe in campo: il progetto nazionale per la donazione solidale delle eccedenze alimentari si afferma in tutte le maggiori Cooperative a partire dal 2003, con l'entrata in vigore della cosiddetta Legge del Buon Samaritano e a seguito di importanti esperienze già avviate sul territorio.

L'iniziativa assume il nome di Buon Fine e intende attuare misure di contrasto alla povertà e tutela ambientale, grazie all'azione di recupero di prodotti alimentari altrimenti destinati a rifiuto, nonché di rafforzare la coesione sociale sul territorio attraverso una rete solidale composta dai dipendenti Coop che organizzano e gestiscono le diverse fasi della donazione. Organizzazione che va dai soci Coop che a titolo volontario si occupano delle relazioni con enti pubblici e associazioni e spesso collaborano con loro, dalle amministrazioni locali che supervisionano il processo di donazione e dai soggetti donatari che ritirano i prodotti per assistere le persone bisognose.

Come descritto da Massimo Favilli con le azioni di Unicoop Tirreno a Roma e nel Lazio si recuperano frutta e verdura, macelleria, generi vari ma non da pescheria, latticini, prodotti da forno. Tra le rotte di attività, deprezzamento di prodotti vicini alla scadenza "My Foody", donazione di prodotti (vicini alla scadenza, con imperfezioni negli imballaggi) "Buon Fine", raccolte alimentari "Dona la Spesa", informazione agli studenti attività E.C.C. e iniziative di informazione promosse dalle Sezioni Soci e attività sociali sul territorio. Sulla sensibilizzazione, il sostegno alla didattica scolastica su "Consumo e sostenibilità", riflessione sul concetto di sviluppo sostenibile e sull'impatto dello spreco delle risorse. Analisi della relazione tra comportamenti e scelte di consumo. Complessivamente nell'anno scolastico 2017-18 oltre 300 classi e circa 6.000 studenti hanno lavorato sul tema degli sprechi.

Poi le attività dirette al territorio e realizzate con il supporto dei soci volontari, come "L'avanzo è servito"-Scuola di recupero degli avanzi in casa, tra lotta allo spreco e tradizioni alimentari del territorio. A seguire, l'informazione diretta ai soci, "Nuovo Consumo", articoli fissi e focus specifici sul tema degli sprechi.

Emblematici i temi affrontati da Antonio Rosati, presidente di Arsial: "Nonostante la legge Gadda sullo spreco alimentare sia stata pensata e scritta molto bene, purtroppo non ha avuto ancora piena attuazione. Mi riferisco soprattutto all'utilizzo della cosiddetta "doggy bag" nei ristoranti o nei grandi banchetti delle cerimonie, per non sprecare il cibo avanzato. Questo strumento importante viene troppo poco utilizzato e bisogna fare di più su questo fronte, anche dal punto di vista culturale, per promuoverne una maggiore diffusione".

"Altro fronte è quello dell'educazione - ha proseguito il presidente di Arsial - e per questo, come ARSIAL, lavoriamo molto con gli istituti alberghieri e agrari per formare i nostri giovani perché diventino ambasciatori contro lo spreco alimentare e, allo stesso tempo, ci impegniamo per valorizzare la formazione professionale superando l'assurda divisione tra istruzione di serie A e di serie B".

Poi la proposta di Rosati: "In Italia ci sono certamente tante difficoltà ma oggi non si muore di fame e, per questo, credo che una parte delle eccedenze alimentari si potrebbe congelare. Utilizzando al meglio la catena del freddo e stoccando i prodotti in un grande punto di raccolta, penso all'interno del CAR (Centro agroalimentare di Roma, ndr) dove ci sono enormi spazi a disposizione, potremmo riuscire a distribuire queste derrate alimentari anche nei Paesi più lontani dove davvero si muore di fame. Insomma penso che, di fronte ai dati drammatici della fame e della povertà a livello mondiale, si potrebbe mettere in piedi un'iniziativa di solidarietà che potremmo chiamare "cibo senza frontiere." Hanno preso la parola Giuliana Malaguti del Banco alimentare, una delle organizzazioni di volontariato più importanti del nostro Paese costantemente in collaborazione con Coop, poi Flavio Pezzoli dell'ordine degli Agronomi di Roma che ha raccontato le esperienze pratiche di recupero nei sistemi agroalimentari.

E ancora con i loro progetti innovativi, Francesco Giberti di Myfoody, l'app del risparmio dei soldi e dell'ambiente, attiva anche in molti punti vendita di Unicoop Tirreno e Cinzia Vaccaneo dei negozi leggeri sia per le tasche che per l'ambiente, un'esperienza italiana esportata di recente anche in Francia.

Anche Letizia Nucciotti, autrice di Avanzi popolo, che si è ricollegata alle pratiche virtuose della cucina contadina raccontando esempi che hanno dimostrato, come citava lo chef austriaco David Gross, che "il cibo è cultura…non sprecatelo, cucinatelo!" Dopo queste panoramiche, la tavola rotonda sui temi dell'economia circolare moderata da Toni Mira di Avvenire.

E' intervenuta anche l'onorevole Maria Chiara Gadda (Pd), della Commissione Agricoltura alla Camera dei deputati (prima firmataria della legge "Norme per la limitazione degli sprechi, l'uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale").

In ultimo, tornando al riutilizzo di imballaggi e materie plastiche, per le 27 referenze di acqua Coop già a dicembre 2019 si raggiungerà il 30% di presenza di riciclato fino a salire al 50% a gennaio 2023. Si tratta di impegni importanti per le grandi quantità interessate. Solo le cassette usate in ortofrutta che vengono rinnovate ogni anno sono 600.000, già oggi contengono il 40% di plastica riciclata: si giungerà al 60% nel 2025.

Autore: G.G. per FreshPlaza

Data di pubblicazione: