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La Polonia perdera' la sua posizione di leader nell'export di mele e concentrati?

Nei prossimi anni sono previsti diversi cambiamenti per il settore ortofrutticolo polacco. Il rafforzamento dei mercati orientali (principalmente Ucraina e Moldavia) potrebbe causare la perdita del lavoro per molti polacchi, che si guadagnano da vivere tramite frutticoltura e lavorazione della frutta.

Senza sostegno normativo, la Polonia potrebbe perdere la sua posizione di Paese leader in Europa nella produzione ed esportazione di succhi concentrati e prodotti ortofrutticoli congelati. Ad oggi, l'Unione Europea sta consumando principalmente succhi fatti con mele polacche, ma un domani potrebbe decidere di optare per scelte più economiche quali mele ucraine, moldave e forse addirittura cinesi.

Purtroppo il suddetto scenario non è distante dalla realtà. La Polonia è attualmente uno dei più grandi produttori in Europa, nonché il secondo principale produttore di succo di mele al mondo (la produzione arriva fino a 300mila tonnellate all'anno, di cui il 90% è venduto nell'UE) e il principale (o secondo più grande, in base alla stagione) esportatore di mele fresche nel continente (750mila tonnellate nella stagione 2017/18 e 1,1 milioni di ton nella campagna 2016/17). Tuttavia, questa posizione forte è dovuta all'abilità del Paese nel mantenere prezzi competitivi e un'offerta di prodotti di buona qualità.

Grazie a sviluppi favorevoli nelle condizioni di trasformazione subito dopo essersi unita all'Unione europea, la Polonia è stata in grado di competere e superare la Germania, all'epoca stato leader nel mercato delle mele e dei succhi.

Ad oggi, per la Polonia sta diventando sempre più difficile mantenere prezzi competitivi per la frutta e per i succhi. Questo è parzialmente dovuto alla crescita rapida dei costi operativi delle imprese, a causa di un incremento dei prezzi di energia elettrica (+50%), gas (fino al +30%), carburante (+20% rispetto allo scorso anno), acqua, costi amministrativi e ad un incremento nel costo del lavoro (un aumento dell'8% rispetto al 2017).

Con tali oneri non sarà facile competere con l'Ucraina, che negli ultimi anni ha investito su impianti di trasformazione e frutteti e presto inonderà l'Europa con frutta persino più economica. Questo a sua volta porterà al collasso di almeno la metà dei frutteti e delle imprese di trasformazione polacche.

In Polonia ci sono circa 30 aziende e 50 distinti stabilimenti che si occupano di ottenere succo concentrato, principalmente dalle mele. Più di 6.500 persone (6.612 lavoratori impiegati nel 2017, secondo PONT Info) hanno occupazione permanente nell'industria della produzione di bevande e succhi concentrati.

Secondo i dati forniti dal Central Statistical Office, ci sono circa 280mila impianti nel Paese, principalmente piccoli frutteti a gestione familiare (oltre 100.000). Se il Paese perde la battaglia con l'offerta di frutta più economica proveniente dall'Est, circa il 50% dei frutticoltori, cioè circa 50.000 persone, potrebbe perdere il lavoro.

"Anche i dipendenti delle aziende che si dedicano al surgelamento di frutta e verdura dovrebbero essere presi in considerazione mentre si elaborano simili statistiche" ha detto Andrzej Gajowniczek, presidente del Consiglio dell'Associazione nazionale di trasformatori ortofrutticoli. Ci sono circa 300 impianti di refrigerazione nel mercato polacco. La maggior parte di essi sono già stati gravemente colpiti dall'aumento del prezzo dell'energia elettrica, necessaria per la surgelazione e la conservazione della frutta.

Il settore contribuisce notevolmente al Paese attraverso il pagamento di tasse, quindi la sua perdita avrebbe un grave impatto sull'economia nazionale.

Attualmente le statistiche mostrano che i polacchi mangiano circa 11,5 kg di mele all'anno. Questo dato è due volte maggiore rispetto a 15 anni fa, ma sfortunatamente le mele polacche stanno perdendo terreno nella preferenza dei consumatori rispetto alla concorrenza dei prodotti ortofrutticoli delle aree meridionali. Per quanto riguarda i succhi di frutta, i polacchi ne bevono circa 14 litri a persona all'anno, che significa solo 41 ml a persona al giorno. Il problema è che il consumo domestico da solo non è sufficiente, infatti il Paese dipende fortemente dalle esportazioni.

Julian Pawlak, presidente dell'Associazione nazionale dei produttori di succo, ha detto che nel lungo termine sarà necessaria una strategia di sviluppo per l'intera industria, ma non con azioni a breve termine che non risolvono i problemi nel lungo periodo. Pawlak ha dichiarato: "Dobbiamo lottare per creare delle associazioni di produttori e di vendita, professionalizzare la produzione ed espandere i nostri mercati di vendita all'estero".

Fonte: magazynfakty.pl 

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