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L'operatore Ettore Ceccarelli dà anche uno sguardo alla tendenza drupacee

Pere e fragole, campagne fra difficoltà contingenti e strutturali

Per i produttori e gli operatori commerciali di ortofrutta, fragole e pere rappresentano due referenze diverse, ma contrassegnate comunque da alcune difficoltà. Più contingenti per le fragole, più strutturali per le pere. Ettore Ceccarelli, dell'azienda Ceccarelli Giulio di Longiano (Forlì-Cesena), è un esperto di entrambe le referenze.

"Circa le fragole - esordisce Ceccarelli - il lungo periodo anomalo di miti temperature protrattosi fino a gennaio ha portato a uno squilibrio nella produzione delle varie cultivar, con raccolti molto precoci. Le temperature anomale e i bassi consumi hanno portato a una volatilità dei prezzi. Poi, la settimana di Pasqua ha spinto i consumi e generato prezzi importanti".

"Dal 15 aprile, al contrario, si è verificata una forte diminuzione dei quantitativi in vendita e i prezzi sono schizzati verso l'alto. Sfortunatamente, in questo momento le ottime quotazioni non sembrano essere in grado di compensare i costi di produzione per i coltivatori, a causa del basso quantitativo raccolto. Abbiamo ancora circa un mese di raccolta: l'augurio è che la situazione possa migliorare".

Dopo le fragole, un focus sul mercato delle pere. Dice Ceccarelli: "In un inverno caratterizzato da una scarsissima disponibilità di prodotto italiano, abbiamo assistito all'introduzione nel nostro paese di varietà di pere provenienti da svariati paesi esteri. Le pere conference dei Paesi Bassi e del Belgio sono entrate in maniera permanente nelle catene di distribuzione e nel dettaglio tradizionale, specie al centro sud. Al Nord, la referenza Abate ha tenuto vivo l'interesse dei consumatori, anche se nel mese di marzo, a mio parere, l'estremizzazione dei prezzi e la presenza di prodotto carente di Grado brix ha rallentato i consumi. Infine, nel mese di aprile, nonostante l'ottimo prodotto sudafricano in offerta a prezzi ragionevoli, non vediamo un reale consumo di pere".

Se si mette in vendita un prodotto non molto buono a prezzi di 5 euro al kg al dettaglio, i consumatori scappano… "Questa affermazione va nella direzione del mio pensiero e lancio un appello: poiché anche in futuro dovremo confrontarci con basse produzioni italiane, cerchiamo prima di tutto di dare ai consumatori il gusto che cercano. Se si continua così, chi va a fare la spesa potrebbe stancarsi di pagare tanto per avere un prodotto al di sotto delle aspettative".

Non manca poi uno sguardo al futuro sulle produzioni di drupacee. "Mi sembra che in tutto il bacino del Mediterraneo pesche, nettarine e pesche piatte non manchino. Siamo in una fase che fa prevedere un'ottima produzione. Anche le albicocche sono disponibili, nonostante in qualche zona d'Italia qualche varietà sia carente. A mio parere, la partita estiva si giocherà sui prezzi: se tutti gli attori della filiera proveranno a spegnere l'inflazione del carrello ortofrutta, credo che finalmente i consumatori potranno assaggiare buona frutta a prezzi accettabili. Al contrario, se si continua con la retorica di una bassa produzione, innescando una guerra dei prezzi tra produttori, confezionatori, supermercati e dettaglio tradizionale, potrebbero esserci gravissimi problemi nel versante vendite".

Per maggiori informazioni
Ceccarelli Giulio Srl
Via della Frasca, 7
47020 Longiano (FC)
+39 0547 53055
[email protected]
www.juliusfruit.it