Dai minimi toccati a novembre 2023 (al di sotto di 7.500 dollari/tonnellata), il prezzo all'export del pistacchio statunitense in guscio, di calibro 21/25, con consegna in Europa, ha registrato un aumento del 18%. Ad asserirlo nei suoi highlight settimanali è Areté, società indipendente di ricerca, analisi e consulenza economica specializzata nei settori agricoltura, food e mercati connessi.
Secondo le analisi di Areté, se da agosto 2023 l'arrivo del raccolto record 2023/24 aveva innescato una pressione ribassista sui prezzi, dalla fine di novembre 2023, la ripartenza della domanda ha interrotto e invertito la tendenza. Tra settembre 2023 e febbraio 2024 le esportazioni dagli Stati Uniti hanno raggiunto livelli record: +90% rispetto allo stesso periodo della precedente campagna. Ad alimentare la domanda di pistacchio statunitense, oltre a una disponibilità limitata di prodotto iraniano, concorrono prezzi che, nonostante gli aumenti, rimangono maggiormente competitivi rispetto alle origini alternative (Iran e Turchia).
Produzione 2023/24
Negli Stati Uniti, la produzione 2023/24 ha raggiunto un record di circa 677.830 tonnellate, il 69% in più rispetto alla precedente campagna (401.340 ton), risultato di rese elevate e maggiori aree in produzione. L'abbondante livello di offerta ha trasmesso, a inizio campagna, marcati ribassi alle quotazioni, aumentando notevolmente la competitività del prodotto californiano rispetto a quello iraniano e turco.
In Iran, secondo produttore ed esportatore dopo gli Stati Uniti, il raccolto 2023/24 ha registrato un aumento di oltre il 70% rispetto alla precedente campagna, a 180mila ton. Tuttavia, dopo tre campagne consecutive di cali produttivi, che hanno portato a un notevole deterioramento degli stock, l'offerta complessiva rimane limitata e i prezzi a livelli ancora elevati.
In Turchia, la campagna 2023/24 è stata di "scarica" al di sopra della media, grazie all'entrata in produzione di nuovi areali. Le previsioni produttive dei principali operatori variano tra 160mila e 180mila tonnellate, in calo solo del 10-20% rispetto alla campagna di "carica" 2022/23. Ma nonostante il buon livello di offerta, i prezzi turchi continuano a subire gli effetti di un contesto macroeconomico locale di supporto, dove inflazione e debolezza valutaria rendono particolarmente onerosi i costi produttivi.
Per maggiori informazioni: www.areteagrifood.com